FINE SETTIMANA AL SAPORE DI AMARONE

Io sono un’entusiasta, e su questo non c’è dubbio. Però è anche vero che l’Italia riesce ad emozionare con ogni suo piccolo borgo!

Cominciamo subito col dire che personalmente nutro un amore profondo per l’amarone, inutile quindi dilungarmi su quanto un fine settimana trascorso nella terra d’origine di questo delizioso vino abbia potuto riempire il mio cuore di gioia.

Qui l’amarone lo si trova ovunque, all’interno della mantecatura del risotto tanto quanto nella stagionatura del formaggio. Qualora ve lo steste chiedendo, la risposta è no, il vino non è stato l’unico motivo per cui ho deciso di partire… quindi lasciate che vi dia qualche consiglio in più.

SABATO SERA

Dopo una piacevole passeggiata a San Giorgio di Valpolicella, piccolo borgo che conta circa 240 abitanti (non sto scherzando), ci siamo fermati per cena alla Trattoria dalla Rosa Alda.

La famiglia Dalla Rosa si dedica alla ristorazione e alla mescita dal 1853. Avete capito bene, milleottocentocinquantatre. Praticamente mentre Giuseppe Verdi presentava per la prima volta La Traviata alla Fenice di Venezia, la famiglia di San Giorgio era già ai fornelli.

Il menu, come potete immaginare, è stagionale, ma qualora dovesse capitarvi vi consiglio la lonza di maiale e il petto d’anatra.

 

DOMENICA

Quando trascorro il week-end fuori mi diverte comprare prodotti locali da riproporre alle cene tra amici che organizzo durante la settimana.

Domenica mattina sono stata a Valeggio sul Mincio da Remelli, bottega e pastificio. Pare che i tortellini li abbiano inventati loro (non me ne vogliano i bolognesi…).

Tra pasta fresca e mostarda, ho praticamente saccheggiato il negozio! Con la borsa carica di meraviglie abbiamo proseguito la passeggiata fino al Castello Scaligero, per poi scendere fino a Borghetto sul Mincio, un microscopico borgo che merita davvero una visita.

Sempre per proseguire con il tour di shopping enogastronomico, per pranzo siamo stati alla cantina Masi che, oltre a produrre ottimo vino, offre la possibilità di mangiare all’interno della tenuta. Ho colto due piccioni con una fava, come sempre… per cui mentre mangiavamo al bistrot, sceglievamo casse di ripasso e amarone da portare a casa!

Nel pomeriggio, sazi e inebriati da qualche bicchiere di troppo, abbiamo fatto una tappa a Lazise, sulla sponda orientale del Lago di Garda. Mi hanno spiegato che il nome di questo comune deriva dal latino lacus, villaggio lacustre, ed effettivamente per un attimo ho avuto la sensazione di essere a Venezia quando in Via Barbieri stavo per finire in acqua a causa del suo accesso diretto al lago (sì, anche un po’ per colpa del vino).

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